Dicono di Noi

Domenica pomeriggio, 23 ottobre 2022; autunno pieno a Parma come nel resto d’Italia, ma con un clima da sgoccioli di una storica, torrida estate.

C’è un concerto, presso l’Auditorium del Conservatorio, di ragazzi disabili: il gruppo de “I Gabbiani” e chi li ha mai sentiti prima? Però, all’Auditorium del Conservatorio, non devono essere gli ultimi arrivati… Però, fuori c’è una giornata da urlo. Quasi quasi si va tutti ai Boschi di Carrega o, addirittura, ad una bella mangiata di pesce al mare, scavallando rapidamente il passo della Cisa… però, se l’organizzazione annovera l’Anmic, il patrocinio del Comune di Parma e la diponibilità del Conservatorio di Musica “Arrigo Boito” di Parma, Marco Dinatale (che di musica ed organizzazione ne sa ben più di quel che basta), Giorgio Buttazzo dei Bermuda che non è proprio un neofita musicale, quasi quasi…

Chiamo uno dei miei “secolari” amici disabili e gli propongo l’evento…se vieni tu, vado anche io. Affare fatto.

Poca attesa e lo spettacolo ha inizio. Un filo di scetticismo mi percorre perché di disabili ne frequento da sempre per scelta, quindi conosco le loro abilità ed uno spettacolo musicale, senza una forte spalla professionale che lo affianchi, la vedo durissima…

I ragazzi escono in fila indiana, uno dopo l’altro, occhiali e riccioli, pelle bianca e pelle nera e sul palco si crea subito una scia di colori e sorrisi. Un improbabile presentatore si trasforma in un attimo in un perfetto anchorman, intanto che una ragazza Down ancheggia con ritmica perfetta al primo giro di Sol.

Una breve introduzione per raccontare da dove sono partiti e in men che non si dica siamo tutti catapultati altrove: siamo veramente ad un concerto, in un auditorium, con artisti veri.

Testi e musica si intrecciano, si sorreggono, amplificandosi l’uno con altro. Tu sei seduto sulla tua comoda poltrona vellutata di teatro e ti trovi risucchiato in un vortice di immagini, parole e musica, mixati in un cocktail di emozioni.

C’è chi racconta in musica un reiterato attacco bullizzante da parte di chi doveva salvaguardare la sua fragilità, chi sa di essere prezioso ma, chiuso nelle pareti di una cameretta, non riesce a varcare la soglia della propria vita. O ancora chi è come tutti noi, ma un incidente, come lui stesso descrive, “lo spappola” e si deve ricominciare tutto da capo. Ma gli amici di sempre spariscono, il silenzio è l’unico che rimane tra le bianche pareti dell’ospedale E sembra che questo silenzio non debba finire mai. Invece, un giorno qualunque, fotocopiato sul precedente, qualcuno bussa alla porta della tua vita e ti invita a mettere in musica la tua caduta, il tuo dolore, traducendoli nella tua forza per ricominciare.

Ed ecco a voi, signori e signore, lo spettacolo. Per un’ora e mezza i ragazzi del laboratorio “I Gabbiani” (promosso da Monica Berno, educatrice professionale, e Roberto Reffo, industriale di Cittadella) cantano, ballano ed il pubblico batte instancabilmente il ritmo o trattiene il fiato quando arriva anche la classica, dolcissima canzone d’amore.

La standing ovation alla fine non è di default, ma esce dal cuore. Finalmente la teorica inclusione del mondo della disabilità ha una concreta attuazione, tradotta in musica e parole. Ed i ragazzi, anche se sicuramente abituati ormai a scroscianti applausi, riescono ancora a stupirsi dell’ennesimo successo, come se fossero al centro di una fiaba. Invece, grazie alla loro determinazione, questi tour musicali sono una avveniristica realtà, dove la disabilità canta e balla la vita.

Stefania Avanzini

il servizio di Tv Parma sul concerto dei Gabbiani nel link seguente https://www.youtube.com/watch?v=RhQMqiDNiIM&ab_channel=GabbianiCittadella